Vi voglio raccontare questa storia perché è davvero unica, soprattutto per il protagonista: una simpatica foca. La vicenda si svolge in America, negli anni '70. Una mattina a Cundy's Harbor, nel Maine, George Swallow trovò una piccola foca sulla riva. Insieme a suo cognato, ipotizzando che si fosse smarrita, cercarono la madre, ma purtroppo la scoprirono senza vita.
Quella piccola creatura era così indifesa e tenera che George non poté fare a meno di provare compassione. Decise che non poteva lasciarla lì da sola, esposta al pericolo di diventare preda di qualche animale. Fu così che decise di portarla con sé a casa.
All'inizio, George sistemò la piccola foca nella vasca da bagno, ma le proteste del resto della famiglia lo spinsero a trovare una soluzione diversa. Costruì quindi un rifugio accanto a un piccolo laghetto alimentato da una sorgente, dove l'animale potesse riposare tranquillamente durante la notte.
Nei primi giorni, anche nutrirla si rivelò una sfida. George provò a darle del latte con un biberon, ma senza successo. Così decise di passare a qualcosa di più nutriente e saporito: del pesce tritato. La foca lo divorò con tale voracità che sembrava una vera aspirapolvere, e da quell'episodio nacque il suo nome: Hoover, proprio come una famosa marca di aspirapolveri.
Con il suo grande appetito iniziò a crescere.
Era diventato, o meglio diventata la mascotte di casa, nonostante fosse un maschio. Con il suo entusiasmo contagioso, seguiva tutti nelle loro attività quotidiane, rispondendo con il suo caratteristico verso ogni volta che qualcuno gli parlava.
Un giorno accadde qualcosa di straordinario: alcuni bambini stavano giocando con lui vicino al laghetto e, poco dopo, rientrarono in casa entusiasti, gridando: "Hoover parla! Hoover parla!"
"Che scherzi si inventano sempre questi bambini," pensò George, dirigendosi verso il laghetto con un sorriso scettico. Ma quando arrivò lì, rimase senza parole: Hoover lo salutò chiaramente con un bel "Salve!"
George rimase di stucco. Tutto quel tempo passato insieme a lui aveva dato un frutto del tutto inaspettato.
Arrivò però il momento di separarsi da Hoover: ormai era cresciuto troppo. Essendo nato in cattività, lasciarlo libero in mare sarebbe stato pericoloso. Non era preparato ad affrontare i pericoli dell'oceano. Così George decise di portarlo all'acquario di Boston, dove avrebbe vissuto insieme ad altre foche come lui.
Prima di andarsene, George avvisò il personale che Hoover sapeva parlare. Lo staff sorrise, pensando fosse uno scherzo. Tuttavia, non passarono molti giorni prima che dovessero ricredersi. All'inizio Hoover rimase in silenzio, ma quando si sentì a suo agio, cominciò di nuovo a parlare.
È risaputo che i maschi di foca cercano di conquistare le femmine cantando. Hoover, però, lo faceva a modo suo: parlava! Diceva frasi come "Cosa stai facendo?" o "Vieni qua," usando una voce incredibilmente simile a quella di George.
Nessuno aveva mai visto qualcosa del genere, e Hoover divenne presto la mascotte dell'acquario, amato da tutti.
Ma come finisce la storia?
Hoover e la sua compagna misero al mondo ben sei cuccioli. Nessuno di loro imparò a parlare, ma suo nipote, Chacoda, sembra voler seguire le orme del nonno. La storia potrebbe ripetersi!
Aggiungi commento
Commenti