Jane e gli scimpanzé

Pubblicato il 18 agosto 2025 alle ore 12:11

 

Molti anni fa, in una piccola casa vicino a Londra, nacque una bambina di nome Jane. Erano tempi in cui non esisteva la televisione e i suoi passatempi preferiti erano immersi nella natura e nei libri. Durante le vacanze scolastiche, Jane trascorreva il tempo nel giardino della nonna, esplorando e giocando. Quando pioveva, si rifugiava nella lettura. Erano anni difficili, segnati dalla guerra, e la sua famiglia, pur non ricca, conduceva una vita semplice, senza lussi.

Jane amava profondamente leggere, ma non potendosi permettere l'acquisto di libri nuovi, si recava spesso in biblioteca per prenderli in prestito.

Quando possibile, sua madre le comprava libri sugli animali da una piccola libreria dell'usato. Jane adorava passare i sabati pomeriggio lì, curiosando tra gli scaffali alla ricerca di storie che alimentassero la sua immaginazione.

Con i suoi primi risparmi, riuscì finalmente a comprarsi un libro tutto suo: "Tarzan".

Felice del suo acquisto, Jane si sedette sotto l'albero preferito del giardino e lo lesse tutto d’un fiato. Quel mondo selvaggio e avventuroso accese immediatamente la sua curiosità e alimentò la sua fantasia.

Sin da bambina, diceva con convinzione: "Quando sarò grande, andrò in Africa. Vivrò con gli animali selvatici e scriverò libri su di loro".

Molti la prendevano in giro.

"Sì, certo", le rispondevano ridendo. A quei tempi, l'idea che una ragazza potesse diventare una scienziata era considerata improbabile.

Alcuni le chiedevano con ironia: "Bella l'Africa, ma come pensi di arrivarci senza soldi? Non è un posto pericoloso, pieno di animali selvaggi? E poi, sei solo una ragazza: come farai a difenderti?".

L'unica a credere nel suo sogno era sua madre, che spesso le diceva: "Jane, se lo vuoi davvero, devi impegnarti con tutte le tue forze. Non arrenderti mai, e troverai la tua strada".

Queste parole rimasero con Jane per tutta la vita.

Quando desideriamo qualcosa con tutto il cuore, non dobbiamo fermarci davanti agli ostacoli. La tenacia è fondamentale, e sono proprio le difficoltà a forgiare il nostro carattere e a motivarci a realizzare i nostri sogni.

Dopo il liceo, Jane avrebbe voluto frequentare l'università, ma la mancanza di denaro le impedì di farlo. Tuttavia, un'opportunità inaspettata si presentò: un’amica di scuola la invitò in Kenya, dove i genitori di quest’ultima avevano appena avviato un'azienda agricola. Jane colse al volo l’occasione, ricordando le parole della madre.

Per finanziare il viaggio, lavorò come cameriera a Londra e risparmiò per sei mesi, riuscendo infine a comprare un biglietto per una nave diretta in Africa. Durante il tragitto, fece tappa alle Isole Canarie, dove qualcuno le suggerì di incontrare Louis Leakey, un famoso antropologo che viveva in Kenya e che lavorava con gli animali.

Leakey, che cercava una segretaria, la assunse per aiutarlo con i suoi incarichi amministrativi. Ma ben presto, circondata da studiosi e immersa nel mondo della natura, Jane dimostrò il suo talento e il suo potenziale.

Leakey, riconoscendo le sue capacità e il suo innato talento nel relazionarsi con gli animali, la definì "la persona che cercavo da dieci anni" per condurre uno studio sugli scimpanzé in Tanzania. Nonostante le critiche iniziali - a quei tempi era insolito che una giovane donna intraprendesse un simile incarico - Jane partì, accompagnata per rispettare le convenzioni sociali.

In Tanzania, Jane si dedicò anima e corpo alla ricerca sugli scimpanzé, diventando una delle massime esperte mondiali. Il suo lavoro andò oltre lo studio scientifico: fondò un movimento per proteggere queste straordinarie creature e il loro habitat.

Dedizione, pazienza e ore passate nella giungla le permisero di comprendere profondamente il comportamento degli scimpanzé e il loro rapporto con l'ambiente circostante.

Jane era solita dire: "Tutto è collegato, ogni cosa dipende da tutto il resto".

Grazie all'aiuto di Leakey, Jane fu accolta all'Università di Cambridge, dove conseguì una laurea in etologia, la disciplina che studia il comportamento animale. Questo era un passo fondamentale affinché anche la comunità scientifica riconoscesse il suo lavoro.

Jane non si limitò a osservare e studiare gli scimpanzé. Si batté con passione per proteggerli dall'avidità degli uomini che distruggevano il loro habitat e li cacciavano. Parlò soprattutto ai giovani, trasmettendo loro l’importanza della conservazione.

Per il suo straordinario impegno, ricevette riconoscimenti e premi prestigiosi, insieme a sostegni che le permisero di continuare le sue campagne contro la violenza sugli animali.

Questa è la storia di Jane Goodall, una donna che ha creduto profondamente nel suo sogno.

Ha dovuto combattere contro i pregiudizi di una società che, sessant'anni fa, riteneva che le donne non potessero dare un contributo significativo alla scienza. Ma Jane ha dimostrato il contrario.

Il suo lavoro sfidò l'idea che solo l'uomo fosse capace di organizzazione sociale, dimostrando che anche gli scimpanzé costruiscono utensili e possiedono intelligenza e personalità, caratteristiche che si pensavano uniche della nostra specie.

Con il suo studio sugli scimpanzé nelle foreste di Gombe, in Tanzania, Jane Goodall ha ridefinito per sempre la nostra comprensione del legame tra esseri umani e animali.

 

2 Ottobre 2025

E' morta Jane Goodall.

 

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.