Questo strumento, originario dell'Oriente (in particolare della Persia), affonda le sue radici nel passato ed era spesso utilizzato durante le celebrazioni di corte, come testimoniano vari dipinti risalenti al 1800.
È caratterizzato da un lungo manico dotato di tastiera, modellata dal produttore a forma di cono inverso troncato. Questa particolare conformazione facilita il movimento dell'archetto verso il basso, rendendo il suono più fluido.
Il manico presenta due pioli, uno su ciascun lato, situati nella parte terminale.
Tradizionalmente, il kabak kemane era equipaggiato con tre corde di seta, ma i modelli moderni sono solitamente dotati di quattro corde in metallo.
Il kamancheh (chiamato anche in questo modo) è spesso arricchito da dettagli artistici, come intarsi in avorio situati sulla parte superiore del manico, vicino ai pioli utilizzati per l'accordatura. La sua struttura si compone di un lungo manico e una base a forma di ciotola, ricavata da una zucca o da un blocco di legno. Questa parte inferiore è tipicamente ricoperta da una membrana di pelle di agnello, capra o talvolta di pesce, sulla quale è montato il ponticello. Dal fondo dello strumento sporge un perno, che serve a sostenerlo durante l’esecuzione. Per questo motivo, il kamancheh è anche conosciuto come "violino a spillo".
Lo strumento si suona da seduti, in modo simile a un violoncello, sebbene la sua lunghezza sia paragonabile a quella di una viola. Il perno inferiore può poggiare sul ginocchio o sulla coscia del musicista durante l’esecuzione, offrendo stabilità e facilità d’uso.
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