Comunemente noti come "orsi d'acqua" o "maialini del muschio", i tardigradi sono minuscoli animali segmentati dotati di otto zampe, affascinanti per la loro incredibile resistenza.
Descritti per la prima volta nel 1773 dallo zoologo tedesco J.A.E. Goeze, furono successivamente denominati "Tardigrada" nel 1776 dal biologo italiano Lazzaro Spallanzani. Questo termine, che significa "camminatori lenti", riflette il loro movimento peculiare.
Questi straordinari esseri vivono praticamente ovunque: dalle cime delle montagne agli abissi degli oceani, passando per le foreste tropicali fino alle gelide distese dell'Antartide. Sorprendentemente, i tardigradi sono stati capaci di sopravvivere persino all'esposizione diretta nello spazio esterno.
Sono veri e propri supereroi della natura. Minuscoli, con una lunghezza che varia da 0,05 mm a circa 1,2 mm, questi invertebrati (non hanno lo scheletro e colonna vertebrale) sembrano quasi indistruttibili.
Il loro corpo è composto da una testa e quattro segmenti, ciascuno dotato di zampe munite di unghie. Esistono tardigradi vegetariani, carnivori e perfino cannibali. Una caratteristica unica è che tutti loro sono “eutelici”, ovvero possiedono lo stesso numero di cellule per tutta la vita. Quando crescono, le cellule aumentano di volume, ma non di numero.
Tra le oltre mille specie conosciute, due spiccano per le loro incredibili capacità: Hypsibius dujardini e Ramazzottius varieornatus. Questi tardigradi hanno una vera “marcia in più”. In ambienti aridi, producono speciali proteine che proteggono le loro cellule dalla disidratazione. In queste condizioni entrano in uno stato di letargo assoluto, riducendo al minimo le funzioni vitali. Possono restare in questo stato, senza cibo né acqua, per decenni, fino a quando l'ambiente non torna favorevole, consentendo loro di “risvegliarsi”.
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